sabato 26 maggio 2007

vita da pirati

Avvertenza: questo è un post dalla forte identità maschilista; perciò, se pensate che tale impostazione possa disturbarvi o provocarvi allergie, vi consiglio di non andare avanti nella lettura.
Più in là magari mi farò perdonare con un post al femminile; però per il momento c’è questo e non dite che non vi avevo avvertito.

Avvertenza II: il post contiene una delle battute finali e più divertenti del terzo episodio di “Pirati dei Carabi”; perciò, se non volete rovinarvi la sorpresa, vi consiglio di fingervi femministi e tornare al precedente punto ”Avvertenza”.

Avvertenza III: io inizio col post.

Siamo più o meno dopo due ore e mezza di un film travolgente di azione e battute, quando la bella Elizabeth, dalla faccia spigolosa e sempre arrabbiata, si accinge a salutare.
Come nella più classica delle feste, tutti i pirati sono schierati in parata sul ponte della nave; una parola carina per tutti, finché non arriva a Jack, in fondo alla fila. Con lo sguardo penetrante e la solita espressione eroica gli dice:
- Non avrebbe funzionato tra di noi
E lui, sostenendo il suo sguardo:
- Continua a ripetertelo cara
Il film prosegue piacevole, ma io sono troppo impegnato a trattenere l’impulso di scattare in piedi sulla poltrona e applaudire, per godermi il finale.
Continua a ripetertelo cara!
Finalmente un uomo che se la tira più di una donna! Finalmente un uomo che sovverte il detto sulla forza trainante di un pelo, dimostrando che i peli li abbiamo pure noi e che anche i nostri se la possono battere con i carri di buoi!
Certo non è un caso che a permettersi tale frase sia il fascino di Jack Sparrow unito alla figaggine di Johnny Depp; ma non è questo il punto. Il punto è che se tra due persone deve conformarsi una volpe e un’uva, un ragazzo ha le stesse possibilità di essere uva di quante ne abbia la ragazza. Bisogna solo voler stare lassù, appesi ai tralci; bisogna solo creder sempre d’essere uva, come ogni femmina ha fatto fino a oggi.
E di donne se ne trovano in ogni porto, forse con qualche strato adiposo in più di Keira Knightley
o forse senza tutti quegli spigoli (e magari alla fine non è neppure uno svantaggio). Che si ponga lei il problema, perché neanche di uomini come me ce ne sono molti. Se ne accorgerà prima o poi e passeggiando sulla sua isola continuerà a ripetersi: “Non avrebbe funzionato tra di noi”.
Quella voglia di porsi infiniti problemi e trovare altrettante scuse; che niente può esser semplice, né sbagliato da parte loro, perché per mare esse non vanno. Là, dove una tempesta è solo una tempesta e tu devi superarla e dimenticarla.
Continua a ripetertelo cara, perché quando smetterai di farlo, ti accorgerai che la tempesta ce l’hai ancora davanti, mentre io sono oltre, mille miglia oltre. Vedrai la mia uva ancora più in alto, perché ho accettato le cose e ho continuato a crescere.
Tu continua a ripetertelo cara, giacché l’occasione è ormai passata e l’hai lasciata andare. Hai scelto di lasciarla andare; lo hai scelto liberamente, senza avere alcuna prova che tra noi non avrebbe funzionato.
Che io sono un pirata, un uomo, un pirata; e per mare ci vado e col mare non fingo e nel mare io rischio, ad ogni soffio di vento.

venerdì 18 maggio 2007

sarà la primavera

Un periodo strano, sono sempre stanco, mi fanno male tutti i muscoli, mi sento a pezzi.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
La notte riposo male, più ore dormo e più mi sveglio spossato, assolutamente distrutto.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Ho tanti impegni ma non riesco a concentrarmi su niente, vengo sballottato qua e là tra le cose da fare.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
L’altra sera giocando a calcetto ho preso una storta al collo ed una alla caviglia.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
In questi giorni ci sono un sacco di incidenti per strada che bloccano il traffico.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Ti guardi intorno e spuntano ovunque pance di ragazze incinta.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Stamattina entro nella doccia ma non c’è l’acqua calda, esco per sbloccare la caldaia e cado, per evitarmi di sbattere a terra, quel caro sanitario del bidè, si sposta sulla mia traiettoria, fermandomi la caduta con il suo rubinetto sul mio zigomo.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
L’effetto serra, il buco dell’ozono, lo scioglimento dei ghiaccia e il disboscamento delle foreste.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Bruno Vespa assomiglia sempre più agli avvoltoi del “libro della giungla”, solo che è molto meno simpatico e decisamente più pelato.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Attendi decine e decine di giorni una risposta che non arriva mai e nel frattempo, inaspettate, arrivano decine e decine di domande alle quali non vuoi dare una risposta.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Ho talmente voglia di pizza che se partorissi ora un bambino nascerebbe tondo.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Non sopporto i cori russi, la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz punk inglese, neanche la nera africana.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Avverto la fastidiosa sensazione di essere prigioniero in una gabbia da me stesso costruita, sono certo di aver previsto anche un punto debole per uscirne, però ho dimenticato quale sia.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.
Devo ancora capire se delle fragole con la panna mi piacciono più le fragole o mi piace più la panna.
Sarà il cambio di stagione, sarà la primavera.

sabato 12 maggio 2007

the normal family day

Tutti in piazza, perché no! Tutti in piazza per la famiglia! Per celebrarla, esaltarla, glorificarla…
Che c’è famiglia e famiglia si sa. Non si scende in piazza per ogni famiglia, si scende in piazza per la famiglia normale. The normal family day.
La famiglia normale si riconosce al tatto, si riconosce dall’odore; in ogni aspetto essa manifesta la propria integra superiorità ed è solo per lei che si può scendere in piazza.
La famiglia normale; quella con i figli biondi e gli occhi chiari e i capelli a caschetto. La famiglia della mamme cicciotelle con il grembiule pulito; dei papà che tornano la sera e guardano il telegiornale, delle pastarelle la domenica e delle vacanze al mare. La normale famiglia di casalinghe sorridenti davanti al televisore piatto, di calzini rammendati e del sesso con parsimonia; la famiglia del mulino bianco con i vestiti pronti sul letto e le cravatte sempre nuove. La famiglia normale con in tavola il pollo, quella con le luci sempre accese e col bacio della buonanotte; con le telefonate di controllo e i parenti che non fanno a botte.
E di litigi non più di quattro l’anno, di parolacce nemmeno l’ombra, di pianti uno al giorno. E le percosse, i tradimenti, i vizi; le bollette non riscosse, le rate e l’ozio.
La famiglia normale non lo fa, la famiglia normale non ci sta.
Accorriamo in piazza a gridarlo; in piazza a manifestarlo. Che di normalità c’è bisogno, che di familiarità c’è bisogno. Che di pastarelle c’è bisogno. Che di mulino bianco c’è bisogno. Che di grembiuli puliti c’è bisogno. Che di calzini rammendati c’è bisogno. Che di cravatte nuove c’è bisogno. Che di capelli a caschetto c’è bisogno e di pollo a tavola c’è bisogno. Che dei parenti c’è bisogno. Che del telegiornale c’è bisogno e delle telefonate di controllo. Che di luci sempre accese c’è bisogno. Che di vacanze al mare c’è bisogno. Che della buonanotte c’è bisogno e d’una manifestazione c’è davvero bisogno.

mercoledì 9 maggio 2007

la svolta rock

Io son tornato. Non l’ho detto ufficialmente ma son tornato. Era semplice accorgersene. Produttivo, rilassato; le ferie fanno stare bene ma velocizzano i tempi in cui si tornerà a star male e acuiscono il dolore, anzi no, acuiscono lo sconforto che si ha perché si prova dolore.
E la svolta rock è una donna ma anche no. E’ un sorriso coinvolgente, talmente intenso da far venir le bolle. E’ l’incontro che non ti aspetti e le vacanze mai terminate.
Io son tornato ma non ci sono già più.
Carina Parma; morbida, familiare e sorprendente quando cominci a conoscerla. Certo la fase della conoscenza è un po’ delicata. E’ sempre un po’ delicata.
Ma ben vengano le fasi delicate, quelle in cui la testa deve essere sempre al massimo, concentrata a solcare i giorni per inciderli con quel nostro inconfondibile sapore.
E la svolta rock è il vento nei capelli appena tagliati, il sole che sgomita con le nuvole e tu non le vedi perché c’è luce oggi, sempre meno di quanta ce ne sarà domani. E’ il cane che tira e il braccio non soffre, non sente, impegnato com’è a dar emozionata mostra di se.
I viaggi non mancheranno più. Si deve partire per esserci davvero, si deve partire per ritornare. Anche per scrivere si deve partire, per scovare le parole nascoste tra le pietre di altre città e sfumare di odori diversi i propri racconti.
La svolta rock è il sogno che d’improvviso ritorna incurante dell’ora. Che sia di panna lo sai ma non temi si sciolga, lo gusti e ci provi finché sta da te.

mercoledì 2 maggio 2007

mail ad una amica

Probabilmente non credevi l’avrei fatto davvero. E non lo credevo neanche io.
Lontani si sta solo se lontani si vuol stare.
Io non voglio star lontano da te; né quando lontani siamo davvero, né quando lontani non siamo.
Che ciò che voglio sia troppo spesso diverso da ciò che faccio è una realtà innegabile. Così come è innegabile che è della realtà che dobbiamo rendere conto. Ma per un attimo, per un solo momento, fingiamo che non solo dalla realtà saremo osservati. Stringiamo gli occhi e crediamo che ogni nostro filamento faccia vibrare l’aria e che ogni vibrazione arrivi là dove deve arrivare. E non esiste lettera, non esiste lettera, non esiste lettera che tutto questo possa dire.
E non esiste lettera, non esiste neanche questa lettera che lettera non si chiamerà. Non esiste lettera perché nessuna lettera ti arriverà. Ma non ce ne sarà bisogno se sei ancora con gli occhi stretti, perché allora tu saprai, come sai, che è per te che ho scritto. E non solo. E’ per te che ho pensato, che mi sono emozionato e molto dispiaciuto. E’ per te che ho vibrato infinite volte da lontani anni.
E’ per te che ho scritto ma questo è davvero marginale, così ho scritto su un muro perché si possa dimenticare ma mai cancellare e con l’aiuto di tanti lettori che di me la tua aria continui a vibrare.