martedì 4 maggio 2010

minatori contro: Tinners’ Trail


Un passo indietro, Cornovaglia, inizio del diciannovesimo secolo. Terra, nient’altro che terra, in profondità che accorcia il respiro, che fa sentire il peso d’altra terra sopra la testa e il sudore, di paura, di fatica.

Ogni giornata uguale all’altra, il buio ancora in cielo quando ci si incammina, una lunga processione, piedi e passi di cui si perde facilmente il conto, nessuna fatica ancora, è la strada, tinners’ trail, è la strada per la miniera, la strada per iniziare a lavorare.

E’ l’odore che guida i passi, l’odore della terra che sprona la mente, che combatte la fatica. Il luccichio sporco dello stagno e del rame, un miraggio di ricchezza, un’idea di progresso che prevale su ogni taglio delle mani, perché la vita passa una volta sola e bisogna andarle dietro fintanto che si sente chiamare.

Minatori contro. Contro le frane, il fango, l’acqua, l’acqua fin oltre le ginocchia. Minatori contro le rocce più dure, contro l’aria rarefatta, contro i picconi che induriscono le dita, contro un’esistenza anonima. Minatori contro altri minatori, contro i metalli nascosti troppo bene, contro gli investimenti sbagliati, minatori contro il tempo, contro il tempo che non basta mai, contro il tempo che dovrà alla fine dargli ragione.