Tutti in piazza, perché no! Tutti in piazza per la famiglia! Per celebrarla, esaltarla, glorificarla…
Che c’è famiglia e famiglia si sa. Non si scende in piazza per ogni famiglia, si scende in piazza per la famiglia normale. The normal family day.
La famiglia normale si riconosce al tatto, si riconosce dall’odore; in ogni aspetto essa manifesta la propria integra superiorità ed è solo per lei che si può scendere in piazza.
La famiglia normale; quella con i figli biondi e gli occhi chiari e i capelli a caschetto. La famiglia della mamme cicciotelle con il grembiule pulito; dei papà che tornano la sera e guardano il telegiornale, delle pastarelle la domenica e delle vacanze al mare. La normale famiglia di casalinghe sorridenti davanti al televisore piatto, di calzini rammendati e del sesso con parsimonia; la famiglia del mulino bianco con i vestiti pronti sul letto e le cravatte sempre nuove. La famiglia normale con in tavola il pollo, quella con le luci sempre accese e col bacio della buonanotte; con le telefonate di controllo e i parenti che non fanno a botte.
E di litigi non più di quattro l’anno, di parolacce nemmeno l’ombra, di pianti uno al giorno. E le percosse, i tradimenti, i vizi; le bollette non riscosse, le rate e l’ozio.
La famiglia normale non lo fa, la famiglia normale non ci sta.
Accorriamo in piazza a gridarlo; in piazza a manifestarlo. Che di normalità c’è bisogno, che di familiarità c’è bisogno. Che di pastarelle c’è bisogno. Che di mulino bianco c’è bisogno. Che di grembiuli puliti c’è bisogno. Che di calzini rammendati c’è bisogno. Che di cravatte nuove c’è bisogno. Che di capelli a caschetto c’è bisogno e di pollo a tavola c’è bisogno. Che dei parenti c’è bisogno. Che del telegiornale c’è bisogno e delle telefonate di controllo. Che di luci sempre accese c’è bisogno. Che di vacanze al mare c’è bisogno. Che della buonanotte c’è bisogno e d’una manifestazione c’è davvero bisogno.
Che c’è famiglia e famiglia si sa. Non si scende in piazza per ogni famiglia, si scende in piazza per la famiglia normale. The normal family day.
La famiglia normale si riconosce al tatto, si riconosce dall’odore; in ogni aspetto essa manifesta la propria integra superiorità ed è solo per lei che si può scendere in piazza.
La famiglia normale; quella con i figli biondi e gli occhi chiari e i capelli a caschetto. La famiglia della mamme cicciotelle con il grembiule pulito; dei papà che tornano la sera e guardano il telegiornale, delle pastarelle la domenica e delle vacanze al mare. La normale famiglia di casalinghe sorridenti davanti al televisore piatto, di calzini rammendati e del sesso con parsimonia; la famiglia del mulino bianco con i vestiti pronti sul letto e le cravatte sempre nuove. La famiglia normale con in tavola il pollo, quella con le luci sempre accese e col bacio della buonanotte; con le telefonate di controllo e i parenti che non fanno a botte.
E di litigi non più di quattro l’anno, di parolacce nemmeno l’ombra, di pianti uno al giorno. E le percosse, i tradimenti, i vizi; le bollette non riscosse, le rate e l’ozio.
La famiglia normale non lo fa, la famiglia normale non ci sta.
Accorriamo in piazza a gridarlo; in piazza a manifestarlo. Che di normalità c’è bisogno, che di familiarità c’è bisogno. Che di pastarelle c’è bisogno. Che di mulino bianco c’è bisogno. Che di grembiuli puliti c’è bisogno. Che di calzini rammendati c’è bisogno. Che di cravatte nuove c’è bisogno. Che di capelli a caschetto c’è bisogno e di pollo a tavola c’è bisogno. Che dei parenti c’è bisogno. Che del telegiornale c’è bisogno e delle telefonate di controllo. Che di luci sempre accese c’è bisogno. Che di vacanze al mare c’è bisogno. Che della buonanotte c’è bisogno e d’una manifestazione c’è davvero bisogno.
2 commenti:
quanto hai ragione delle volte dentro casa si è tutti riuniti ma in realtà si è soli...
The Family Gay.
Se il tuo post non era in senso ironico mi deludi caro mio.
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