Qua l’aria sa di legna che brucia nei camini, i muri dell’amore rubato sotto il sole e gli angoli son posti in cui la mente si riposa.
Qua il freddo getta un velo di polvere sottile, le sciarpe si camuffano d’abbracci generosi e campane di lampioni ci vegliano ingiallite.
Qua tutto è un leccare di piccole ferite, t’amo più delle scale che devo risalire e la chiesa è solo un punto intorno a cui girare.
Qua ci son pietre su cui poggiar la testa, nidi di pensieri cresciuti con il tempo e momenti in cui tremo nel ricordo dell’estate.
Qua il freddo getta un velo di polvere sottile, le sciarpe si camuffano d’abbracci generosi e campane di lampioni ci vegliano ingiallite.
Qua tutto è un leccare di piccole ferite, t’amo più delle scale che devo risalire e la chiesa è solo un punto intorno a cui girare.
Qua ci son pietre su cui poggiar la testa, nidi di pensieri cresciuti con il tempo e momenti in cui tremo nel ricordo dell’estate.
3 commenti:
Sarà che avrei sempre voluto un camino (e chissà magari un giorno arriverà), sarà che rimango ogni volta affascinata dai paesi fatti di pietre ... questo post mi è proprio piaciuto.
tvb
s.
L'estate mi fa tremare molto più dell'inverno, in effetti.
m.
non so perchè ma questa immagine mi ricorda qualcosa di molto familiare e riaffiorano alla mente un sacco di momenti...
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