Poco più di quattro anni. Poco più di quattro anni fa “la bottega delle spade” scelse di essere scritta da me. Dopo poco più di quattro anni “la bottega delle spade” diventa carta, inchiostro, odore, pagine, virgole, copertina, carta, carta, carta. E se penso di poterla toccare, quando penso che la potrò toccare, quella scelta continua a commuovermi.
Ho scritto un romanzo. Forse non un capolavoro, forse non un libro che occuperà ogni biblioteca, forse non delle righe che verranno citate per i secoli a venire, eppure l’ho scritto. E’ nato, è nato da me, è nato come volevo che nascesse ed ora, ogni volta che lo guardo, non so frenare l’emozione.
Emozione vera, per quel che se ne voglia credere. Emozione che crea le lacrime e le lascia aggrappate alle ciglia, che sorride e non chiude gli occhi finché non bruciano e soltanto in quel momento permette alle gocce di felicità di levigare gli zigomi. E ride, ride, ride perché non c’è altro da fare.
E da fare non c’è altro. C’è da attendere, da lasciarlo camminare, da sperare che cresca, che possa prendere il suo tempo e il suo spazio. Accompagnarlo, ormai solo accompagnarlo. E guardarlo da lontano. E amarlo come l’ho sempre amato. E ricordarmi le circostanze in cui ogni singolo brano è stato impresso dalla mia mano.
Ho scritto un romanzo. Forse non un capolavoro, forse non un libro che occuperà ogni biblioteca, forse non delle righe che verranno citate per i secoli a venire, eppure l’ho scritto. E’ nato, è nato da me, è nato come volevo che nascesse ed ora, ogni volta che lo guardo, non so frenare l’emozione.
Emozione vera, per quel che se ne voglia credere. Emozione che crea le lacrime e le lascia aggrappate alle ciglia, che sorride e non chiude gli occhi finché non bruciano e soltanto in quel momento permette alle gocce di felicità di levigare gli zigomi. E ride, ride, ride perché non c’è altro da fare.
E da fare non c’è altro. C’è da attendere, da lasciarlo camminare, da sperare che cresca, che possa prendere il suo tempo e il suo spazio. Accompagnarlo, ormai solo accompagnarlo. E guardarlo da lontano. E amarlo come l’ho sempre amato. E ricordarmi le circostanze in cui ogni singolo brano è stato impresso dalla mia mano.
2 commenti:
Sono proprio contenta ed emozionata per te... nn sai quanto!!!
E soprattutto sono felice di aver dato il mio piccolissimo contributo al tuo primo romanzo(di una lunga serie, mi auguro!)
Ciao, sono incappata in questo post e non posso non commentare. Ti faccio gli in bocca al lupo per questa avventura di carta e inchiostro. Ti ringrazio per aver raccontato la tua esperienza. Sono un'aspirante scrittrice. Faccio i miei "esperimenti" con i racconti per bambini. Confermo che la strada dello scrittore e' impervia, tanto quanto la discesa da Uluru. Io ho trovato attenzione verso i miei lavori da parte di una casa editrice della mia zona che offre la pubblicazione libri a scrittori emergenti in dieci diverse collane. Vorrei rientrare ne Le Vele, cioe' quella dedicata ai bambini. Incrocio le dita per me e per te! Ciao Dani
Posta un commento