Stavolta è finita. Non l'ho mai pensato con tanta sicurezza. Anche se, naturalmente, questa mattina lo pensavo con più forza di questa sera.
C'è l'aneddoto del caffè.
DaI terzo giorno, quando le energie sono ormai solo sprazzi e ricordi di vite che sembrano lontane, il caffè è il momento in cui tutto ti si chiarisce.
E' mattina presto, presto che il freddo della notte ancora aleggia su quel giorno di fine estate e il vero dormire è un'ipotesi che non sperimenti da giorni e ancora sarà così.
Le gambe dure di scale scendono il risvegliarsi di voci ancora sopportabili che barcollano e latitano in preparativi confusi. Ne avranno ancora per un pò, si pensa scendendo in cucina con la felpa sul mento e le guance coperte dalle lenti scure.
E quando un sorriso ti accoglie e ti mette in mano il caffè, pensi che il mondo abbia ancora colori e il calore che dalle mani strette al bicchiere si spande al petto.
L'aria densa di freddo sveglia il cielo che comincia ad aprirsi d'azzurro e i primi passi si avvicinano. All'inizio son silenzi, son baci e abbracci e il tempo ancora passa sul momento più bello.
Poi tutto trascende, inizia e quindi finisce e anche il caffè che ancora oscilla tra le mani capisce che il primo problema sta per bussare ai tuoi occhi.
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