lunedì 22 luglio 2019

Ho perso al quiZZone


I quiz hanno un gran potere su di me. Mi chiamano, mi propongono di partecipare a un quiz radiofonico sui giochi da tavolo, che è il mio pane da alcuni anni, e non so resistere. Dovevo capire dallo sfidante che era una trappola; Luigi Ferrini non si poteva battere, non fosse altro per l’aura di conoscenza che porta con sé. Ho scoperto che il timore reverenziale passa anche dai cavi telefonici perché troppe volte sapevo la risposta e la mia mente non ha collaborato: la risposta è la A, la risposta è la A, eppure dicevo B. Fatto sta che ho perso, e ora pago pegno. La penitenza dello sconfitto la sceglie il vincitore, queste sono le regole, e siccome Luigi Ferrini mi conosce bene, sa qual è il mio punto debole: il tempo. Di tempo libero io non ne ho; o meglio, ho il tempo libero di tutti naturalmente, solo che ce l’ho già impegnato fino al 2023. Ed è lì che infierisce il mio avversario: mi costringe ad inventare altro tempo dove non ce n’è, e di usare questo tempo inventato per scrivere post sul mio blog. Poteva andarmi peggio penserete voi; raccontatelo a tutti quelli che domani mi chiederanno conto delle scadenze, rispondo io. Comunque tant’è, ormai è inutile lamentarsi, paghiamo i nostri debiti di gioco e, già che ci siamo, facciamolo con stile.

Riflessioni dell’anno capitolo 1: i Prototipi

Ho deciso di scrivere una specie di diario di questa prima metà del 2019, un diario dal punto di vista ludico ovviamente, vi risparmio i problemi personali. Dunque la premessa doverosa è che sto collaborando con un editore per lo sviluppo di giochi da tavolo inediti, e questo mi porta a provare moltissimi prototipi e a conoscere altrettanti autori in erba. L’incontro con gli autori inizia sempre bene per me perché alla fine provare nuovi giochi mi piace, perciò mi diverte informarmi sul gioco e sull’autore e scherzare con lui. Insomma penso di risultare simpatico a tutti fino all’inizio delle spiegazioni. Tutto sommato anche dopo, perché non intervengo quasi mai nella fase delle regole, ascolto, mi faccio una prima idea ma non dico niente prima di giocare. Il problema nasce subito dopo. Ci sono giochi in cui ti fai un’idea precisa dei problemi in pochi minuti, ma è brutto chiedere di fermarsi subito, così resisto per almeno metà partita e poi la butto là: “Comunque il gioco mi è chiaro, possiamo anche fermarci per me”. A quel punto gli occhi di Bambi: grandi, tremolanti, con i lucciconi. Non sono mai riuscito a guardare Bambi senza commuovermi, così accetto di finire la partita, ma con il senno di poi non è una buona scelta per nessuno. Non lo è per me perché mi rendo conto di star buttando ore preziose della mia vita senza motivo; non lo è per l’autore perché, con quella consapevolezza in mente, divento più cattivo. Nella fase successiva passiamo da Bambi all’Uomo Tigre. Comincio ad avventarmi sul malcapitato autore con il sacro fuoco della giustizia e smonto centimetro per centimetro il suo gioco. Scritto così sembra essere uno sport per me ma non lo è, rimango sempre molto male quando devo criticare a fondo un prototipo, ma lo faccio perché mi sembra rispettoso dell’autore stesso; l’alternativa sarebbe mentirgli e dargli false speranze. Io non mento, cerco di essere educato ma netto e questo apre a delle reazioni interessanti, non tanto nell’immediato, quanto nei giorni successivi. C’è che prende bene le mie critiche appassionate e mi fa scalare rapidamente la lista dei suoi migliori amici, scrivendomi in privato ogni nuova idea o modifica. Poi c’è chi smette di salutarmi e questi sono i miei preferiti. A volte cerco di immaginarmi cosa pensano di me; che siano improperi è certo, ma spero almeno che siano fantasiosi, creativi più di quanto abbia dimostrato il loro lavoro. Quello che penso io di loro lo dichiaro apertamente qui, a scanso di equivoci. Penso che gli amici che ti dicono “carino” siano inutili, mentre gli editori che ti dicono “carino” ti stanno fregando. Peraltro penso che “carino” non sia più sufficiente da tempo, “carino” è il nuovo “di merda” e di merda è pieno il mercato dei giochi in questi anni.