lunedì 8 ottobre 2007

la favola di Hansel e Gretel raccontata dalla strega

Avrete sentito mille volte la storia della strega che attira due bambini in una casa di marzapane e cerca di mangiarseli.
Sono io quella strega e la storia non è andata affatto così.
Per quelli di voi che hanno sempre nutrito qualche dubbio sui fatti di quel giorno, è giunto finalmente il momento di conoscere la vera storia di Hansel e Gretel.
Dunque, io sono una strega. Ognuno nasce come nasce; io sono nata con i miei bravi poteri magici e li uso per risolvermi problemi ed esaudirmi desideri. Qualcuno farebbe diversamente?
Tra i miei desideri ci sono sempre stati i dolci. Devo confessare d’esser incredibilmente golosa; follemente innamorata dell’inebriante profumo che emanano quelle leccornie. Ciambelloni caldi, meringhe appena sfornate, dolcetti al cioccolato e delizie d’ogni genere. Guardarli, annusarli, mangiarli e cucinarli son le cose che amo di più. Quando scoprii la magia per trasformare i mattoni della mia casa in dolciumi, fui la strega più felice del mondo.
La sera in cui questa storia ebbe inizio, stavo cucinandomi qualche torta, ispirata dal delizioso aroma della mia abitazione. Quella stessa sera, due mostriciattoli ebbero l’idea di addentrarsi nella foresta mentre calava il buio e, per il colmo della sfortuna, incontrarono il corvo Barbolo.
Barbolo era, un tempo, un nano dispettoso e nessun’altra cosa lo divertiva di più che fare i suoi scherzi a me. Quando, l’ennesima volta, infilandomi le calze le trovai piene di scorpioni, persi la pazienza e lo trasformai in un corvo. Purtroppo anche da pennuto rimase lì intorno e, quella maledetta sera, convinse i due marmocchi a venire da me.
Io odio i bambini. Rumorosi, capricciosi e sempre avidi di dolci; i miei dolci. Sono andata a vivere in mezzo alla foresta proprio per non essere disturbata da nessun bambino; immaginate perciò la mia infastidita sorpresa nel vederli arrivare.
Lessi subito nei loro occhi il desiderio di sbranare la mia amata casetta; così, per distrarli, gli proposi di entrare per assaggiare delle torte appena sfornate.
Quei porcelli mangiarono tutto. Quando furono pieni come palloni si era ormai fatto tardi e, anche se non amo i bambini, non potevo proprio lasciarli tornare nella foresta con il buio e i lupi.
Quando, però, gli dissi che sarebbero rimasti da me fino al giorno dopo, le due pesti presero a strillare, a piangere e a correre qua e là per la casa. Intanto quello sciocco di Barbolo volò nella finestra aperta e iniziò a strillare stupidaggini sul fatto che li avrei mangiati e che non sarebbero più andati via; facendoli agitare ancora di più.
Ma chi mai avrebbe potuto prendere sul serio queste fesserie? Con i poteri magici che ho, cosa me ne sarei fatta di due fregnetti frignoni? E poi, perché avrei dovuto voler mangiare bambini vivendo in una casa fatta di dolci?
La situazione degenerava, i bambocci erano incontenibili. Spazientita, li schiaffai dentro una grande gabbia che talvolta usavo per pecore o altri animali. Sapevo che non era il massimo farli dormire lì, ma non ne potevo più e non sapevo cosa fare. Non potevo lasciarli andare di notte nella foresta e comunque lì dentro almeno si erano calmati.
La mattina dopo mi alzai presto. Per farmi perdonare della notte scomoda preparai loro tanti ottimi dolci. Quando andai a svegliarli e la bambina si propose per darmi una mano nelle pulizie, pensai che volesse far la carina e ringraziarmi; mai avrei pensato che lei e suo fratello mi tendessero un agguato. Ci si mise anche quel maledetto ex nano, che non vedeva l’ora di farmi un nuovo dispetto e che morì dalle risate quando finii a testa in giù nel pentolone dove avevo mescolato gli ingredienti per i dolci.
Alla mia età per una cosa del genere ci si può anche rimanere!
Ci misi un’eternità ad uscire da lì; riemersi sporca e furiosa e la cosa peggiore fu che non c’era più nessuno su cui sfogare la mia rabbia. Le due bestiole erano scappate via e anche il corvaccio malefico aveva preferito dileguarsi per un po’.
Dopo essermi ripulita mi tranquillizzai; ancora non immaginavo tutti i guai che ne sarebbero venuti.
I pidocchietti raccontarono cose terribili e false su di me al loro ritorno. I grandi gli credettero e cominciarono a rendermi la vita talmente impossibile da costringermi a traslocare. Subito dopo iniziò a girare la ridicola storia in cui io li attiro da me per mangiarli, così, da quel momento, ebbi problemi in ognuna delle foreste in cui andai a vivere.
Se solo quel giorno fossi stata abbastanza strega da scacciare quei due vermetti dai miei dolci, ora si racconterebbe un’altra storia e una bugia di meno.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ah ah ah
fantastica....
senti, xò... tu mi sa che nn stai + tanto bene! devo preoccuparmi?!

Anonimo ha detto...

oh!! meno male!...qualcuno che l'ha capito!...il cugino dal suo stesso estro rapito..in zucca non ha più sale..

Anonimo ha detto...

Carissima strega...
nel caso fossi rimasta ancora in cerca di un posto sicuro dove stare...ti suggerisco di andare da Willy Wonka... un'Umpa lumpa si è ammalato e non sanno come sostituirlo...
Se gli mandi i CV delle tue leccornie... sono certa che ti chiameranno..

In bocca al lupo.

PS:Quando ha tempo i dai la ricetta per fare le case di marzapane?

Yvi ha detto...

Sei bravo! complimenti ^^
e' un piacere leggerti!