domenica 18 novembre 2007

storie, leggende

Si narra di un quaderno. Un diario color del sangue che dal sangue è stato forgiato. In quello buono, scuro nettare che scorre soave in vene innamorate. Si narra che di tale rarità fosse impregnato e le suo pagine sgualcite dalla passione e che nessuno, nessuno potesse leggerne le righe senza smarrirsi nella memoria.
Ardente come le fiamme la sua legatura, scioglieva nel dilaniante dolore di quel divampare le dita che osavan toccarlo. Ma era lo spirito ad esserne attratto, con tal forza da dimenticar le bruciature, la pelle morta, le cicatrici indurite. Al suo cospetto ognun perdeva il senno e non più lo ritrovava.
Fu l’Amore stesso a nasconderlo, in un luogo segreto, affinché non nocesse ancora. L’Amore lo nascose e lo maledì; non lo distrusse, sebbene lo volesse, perché neanche l’Amore può distruggere se stesso.
“Che sia maledetta questa tua carta che ha lacerato cuori; questo tuo inchiostro che ha macchiato desideri. D’ora in poi esisterai solo, abbandonato, inutile. Strillerai e ti agiterai, ma nessuno ti sentirà. Se qualcuno s’imbatterà ancora in te, sfogliandoti non vedrà che il male che hai provocato e ne sarà vittima anch’esso.”
Si narra che vaghino ancora le anime degli amanti che ne incisero le pagine. Cieche e sorde, incuranti dei corpi; lo cercano per placare il loro inestinguibile tormento, benché conoscano il destino che le attende. Son pronte ad accettar la pena, convinte che nessun dolore sia più grande del non poter stringere il proprio dolore fra le braccia.
Cercatori compaiono in ogni dove; non c’è giorno che non ne nascano di nuovi. Lo bramano più d’ogni altra cosa: rivoltano cielo e terra, luna e sole, pur di saper se esiste davvero; pur di possederlo, anche per un solo istante.
Ho narrato questa storia a voi per mettervi in guardia. Non cercatelo! Non pensatelo neppure! Convincetevi che sia leggenda; soltanto una spaventosa leggenda. Non rischiate il vostro stesso essere, non lasciatevi trascinare da una corrente che non potete controllare; non consumatevi come le mie dita, sulle quali ormai son visibili le ossa.
Lasciate marcire quelle pagine là dove sono: abbandonatele alle loro stesse parole, a struggersi e dissolversi, fino ad essere dimenticate.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma si.
Chi può negare sia realmente così... l'amore... gioia e tristezza di ognuno di noi che non può far a meno di provare a scrivere una pagina o una riga almeno.
Lasciarsi trascinare da questa strugente follia aiuta un po a vivere quest'assurda vita!
Ma forse anela al libro più chi non ne ha mai assaggiato il sapore che chi ha la speranza di gustarlo per l'eternità.
Complimenti per la forma.. e la sostanza di questo POST!.
Un Bacio.

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

mamma mia è sconvolgente la pazzia che si legge in questi post di un blog di un pazzo....vivi la tua vita, esci allo scoperto e accettala per quella che è: triste e solitaria, lascia spento il cervello e cerca di non rubare nulla agli altri, potresti pagarne le dure conseguenze, l'animo e la carne sono deboli, non tentare di portar via la ragione di vita altrui