venerdì 19 gennaio 2007

l'ultimo capitolo di Harry Potter 7 scritto da ME (blog version)

Le pareti bianche acquistarono luce e nitidezza solo molti minuti dopo che gli occhi di Ron furono di nuovo aperti.
Sentiva il corpo intorpidito dal dolore e qualcosa di caldo pulsargli nel palmo: la mano di Hermione era nella sua, stretta, con le dita abbandonate intrecciate a quelle di lui. Il collo gli restituì una fitta girandosi di scatto per guardarla; era nel letto accanto, con la crespa chioma sparsa sul cuscino. Bella, silenziosa, ferma; non l'aveva mai vista così: sembrava morta.
Le strinse un po' più forte la mano: lei restò immobile. Ron si mosse a disagio nel letto, una sensazione languida saliva prepotente dalla pancia; strinse ancora: nulla. Il languore arrivava rapidamente agli occhi; aprì la mano e quella di lei scivolò via.
In quel momento Hermione si svegliò.
Per un attimo rimase fermo e sorpreso, poi si chinò su di lei e la baciò. Un bacio lungo e immobile, leggero e intenso. Hermione aveva le labbra secche e sulla pelle un forte odore di sudore e ferite. D’improvviso un ricordo balenò nella mente di Ron con la durezza d’una visione.
Godric's Hollow, luce, tanta luce, lampi rossi e verdi; poi il buio, la morte.
Il cuore gli accelerò i battiti, cercò lo sguardo di Hermione come per chiederle se anche lei avesse visto le stesse cose; il volto della ragazza, però, rivelava solo un'espressione sorpresa e confusa.
Si guardò intorno e riconobbe l'ospedale San Mungo. Una delle pareti della loro stanza era completamente trasparente e fuori, ad osservarli nervosi, vi erano la McGranitt e Piton.
I due insegnanti avevano un aspetto trasandato che li rendeva molto più vecchi di come li ricordava. Il lungo naso adunco di Piton si schiacciava contro la parete trasparente, mentre i capelli, più unti che mai, si appiccicavano al viso, incorniciando il suo sguardo fisso. Anche la professoressa McGranitt aveva un'espressione sconosciuta, con i capelli insolitamente fuori posto e il viso solcato da un gran numero di profonde rughe.
Hermione e Ron si misero a sedere sui propri letti; ancor prima di riuscire a scambiarsi una sola parola, il repentino movimento della bacchetta di Piton ruppe la quiete. Una lettera comparve fra le mani di Ron e la voce del professore risuonò:
-Dovevo consegnarla a Harry o alla persona a lui più vicina, quando tutto fosse finito-
Lo stomaco di Ron si attorcigliò in una stretta lancinante: Harry! Non ci aveva ancora pensato! Cos’era successo a Harry?
La nausea s’impadronì di lui e un conato lo scosse, mentre, con mani tremanti, tentava d’aprire la busta. Anche Hermione barcollò per un attimo, prima di stringersi forte al suo braccio; intanto la lettera era aperta: la grafia obliqua di Silente riempiva un lungo foglio.
"In molti pensano che io sia un uomo saggio; eppure, la saggezza non mi è servita a molto. Non mi ha risparmiato grandi errori, né mi ha evitato la morte (non che lo volessi davvero) ed ora, non mi è di nessun aiuto nel sapere chi leggerà questa lettera.
Le mie parole sono indirizzate a Harry Potter o alla persona a lui più vicina, quando la sua battaglia contro Lord Voldemort avrà avuto termine.
Spero davvero sia tu Harry; spero che tenga tu in mano questo foglio, perché ciò significherebbe che hai avuto la meglio sul terribile compito che il destino ti ha posto sulle spalle.
Ancora una volta si dimostra che non vi è saggezza, potere o magia, che eguagli la lungimiranza del destino, il quale non avrebbe potuto scegliere spalle migliori per portare questo peso.
E’ di straordinaria importanza che tutti gli sforzi di Harry, dei suoi amici, dell’Ordine della Fenice e di tutta la comunità magica, vengano per sempre ricordati: è la grande responsabilità che ha chi leggerà queste righe.
Che nessuno dimentichi!
Che nessuno dimentichi il coraggio di un ragazzo che ha affrontato il più potente mago Oscuro di tutti i tempi.
Che nessuno dimentichi gli orrori che, Harry e coloro che gli vogliono bene, hanno dovuto sopportare.
Che nessuno dimentichi le morti, le torture, i pianti disperati. Che nessuno dimentichi tutti coloro che hanno dato la loro vita perché le morti, le torture e i pianti disperati, potessero essere soltanto un ricordo."

Una grossa lacrima cadde sul foglio e subito si dissolse, senza lasciar traccia. Hermione piangeva silenziosa e Ron non aveva il coraggio di guardarla, ne avvertiva il viso umido a pochi centimetri dalla sua guancia.
"Per molti anni 'il bambino che è sopravvissuto' ha infuso speranza nelle persone; è ora che si faccia un passo avanti e che a dare speranza sia: 'il ragazzo che ha combattuto'.
Nasceranno altri Voldemort; forse non così potenti, forse non così malvagi, ma la brama di potere e il male non smetteranno di allevare propri discepoli.
Sta a noi fare in modo che nascano anche nuovi Harry.
Ho speso la mia vita a Hogwarts, per la profonda convinzione che non c'è null'altro che valga la pena fare, se non insegnare ai ragazzi. Educarli con amore ad altri valori, ad altre magie; educarli all’amore. Quell’amore che ha permesso ad Harry Potter di combattere Lord Voldemort.”
Il combattimento. Per quanto si sforzasse, Ron non ricordava molto. Dei lampi, tanta luce, grida. Una casa, poi la voce di Voldemort, i suoi occhi di serpente puntati su lui e Hermione.
Avvampò di paura; dalla foschia della sua mente i ricordi prendevano forma. Harry era a terra, ferito; loro accanto a lui quando la fredda voce parlò: “Prima voi due! Voglio che soffra il più possibile!”.
Un lampo di luce verde, un grido: “Nooo!”. Il corpo di Harry davanti al suo, sopra al suo, crollati a terra, insieme.
Ron era madido di sudore, non ricordava più nulla. Perché stava leggendo lui quella lettera? Dov’era Harry?
Si voltò voltò verso Hermione: aveva gli occhi gonfi.
-Harry…-
-morto...- rispose lei con voce rotta.
Un senso di soffocamento lo attanagliò alla gola; per un attimo rischiò di perdere i sensi. Harry si era frapposto fra lui e la maledizione: era morto al posto suo.
E Voldemort? Perché non aveva ucciso anche loro?
-Anche Voldemort è morto- disse Hermione come l'avesse letto nel pensiero -ma non so perché; sono svenuta, non ricordo nient'altro-
Molte erano le lacrime che cadevano ora sul foglio; non appena toccavano la carta, sparivano.
"Temo d’aver scritto questa lettera come se tu non fossi sopravvissuto Harry. Non è una mia convinzione, soltanto la debolezza di un vecchio, vittima delle sue paure.
Tu sei un grande mago Harry, più grande di quanto sia mai stato io.
Quando la tua giovane età ti permetterà di riconoscerli, vedrai dentro di te poteri incredibili e intorno a te alleati formidabili. Crescerai con loro: con i tuoi poteri e con le persone che ti vogliono bene o anche soltanto che si fidano di te.
Credi negli uomini Harry: nell’uomo che sei e che sarai e in tutti quelli che avrai intorno.
Nessuno è buono o cattivo; ogni persona ha la propria storia, le sue infinite sfumature. Lo avrai già capito, trovando al tuo fianco il professor Piton nella battaglia finale. Nonostante tutto, il professor Piton è stato con me leale fino in fondo, accettando perfino di uccidermi, contro la sua volontà.
Caro Harry, è stato per me un grande onore aver l’opportunità di conoscerti e vivere i miei ultimi anni accanto a te; un privilegio che non dimenticherò, neanche là dove sto per andare.
Che nessuno dimentichi che Harry Potter ha combattuto il male!
Con Amore
Albus Percival Wulfric Brian Silente"
Guardò fuori: la professoressa McGranitt piangeva, il professor Piton aveva il solito viso imperscrutabile; accanto a loro erano comparsi i suoi genitori, anche loro dall'aspetto sconvolto e con le guance solcate da grandi lacrime.
Ron no, non piangeva più. Stava ripensando a quel giorno, quel primo giorno sull'Espresso per Hogwarts. Lo vide da lontano, si ritrovò nel suo stesso scompartimento, diventarono amici, grandi amici: inseparabili.
Ron capiva solo adesso che non c’era stato nulla di casuale in quell’incontro. La sua storia, quella di Harry, quella di Hermione, erano intrecciate da sempre. Senza saperlo tutto li aveva condotti a quel momento; come se la loro vita fosse iniziata su un treno, sette anni prima, e finisse in quell’istante, su un letto d’ospedale.
Forse da qualche parte, qualcuno aveva già scritto la loro storia; forse dei libri la raccontavano, magari sette volumi, uno per ognuno di quegli anni dolci e densi, tristi e intensi.
Anche ora che l’ultima e più drammatica pagina era stata sfogliata, Ron si trovava d’accordo con Silente: era stato un privilegio esserci. Era stato un gran privilegio far parte di questa storia; trovarsi su quel treno scarlatto, seduto proprio di fronte a un ragazzo con la fronte fregiata da un'indimenticabile cicatrice.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente un finale che giustificherebbe l'inspiegato successo di harry potter! COMPLIMENTI

Anonimo ha detto...

tu sei matto......

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con il "tu sei matto....."
Detto ciò, quest'esperimento a me piace!
è un finale equilibrato e giusto; vincono i buoni ma nn troppo (hai evitato la sfacciataggine del tutti vissero felici e contenti! che è poco realistico)
'nzomma 'sto finale CI STA!!!!!

Anonimo ha detto...

anch'io concordo con il "tu sei matto......"

s.

Anonimo ha detto...

finalmente qualcuno che la pensa come me......

Anonimo ha detto...

Heilà, finalmente ho trovato un attimo di libertà x leggere questo mitico ultimo capitolo!
bhè....che dire...abbastanza realistico, lo ammetto, anche se volendola fare tragica, oltre ad Harry avrei fatto morire anche un altro tra gli amici....eh eh....che sadica.
Cmq scritto proprio bene; in alcuni tratti sembrava davvero che fosse originale e che fosse tutto reale, anche se....forse la lettera un pò noiosa. ;-p
Cmq forte!!!! Grande Dany.

Anonimo ha detto...

Ha senso. Magari lo stile letterario non è proprio "JKR", ma ha senso. :)

Bravo.

Anonimo ha detto...

Ciao!!! mi piace molto come scrivi, sei in perfetto stile Rowling eheheh anche se secondo me difficilmente uno come Silente, che ha fatto del libero arbitrio la forza dei suoi consigli e delle sue opere, parlerebbe di destino ;O)... E poi io al limite penso più ad un finale in perfetto stile Tolkien, tipo il Valhallah... chissà, forse il famoso velo al ministero. Ma dai che Harry non muore!!! Ecchesfiga!!! Cmq qualcuno dovrebbe cosnigliargli Lourdes, preima di affrontare Voldy. eheheh Bravo, bellissime descrizioni!!!

Anonimo ha detto...

ciao complimenti per il capitolo finale di potter potresti fare lo scrittore(cmq speriamo che harry non muoia!!).